Metodologie agili ed editoria: come implementare Scrum nel team. Q&A con Sebina Pulvirenti
Ex-redattrice editoriale di Softonic, oggi content strategist e fashion tech blogger: Sebina Pulvirenti l’abbiamo conosciuta a Better Software 2014, dove ha tenuto il suo talk Adapting Scrum to the Editorial world.
In un’intervista, Sebina ci racconta qualcosa di più sulla sua esperienza nell’applicazione di metodologie agili nel mondo dell’editoria.
Avanscoperta: Sebina, ci racconti le tappe del tuo percorso professionale e qual è stato il tuo ruolo all’interno di Softonic?
Sebina Pulvirenti: Dopo una formazione ibrida in Lettere, Didattica e Marketing sul web, ho iniziato a lavorare come architetto dell’informazione e project manager in una piccola ma vivace web agency di Roma. Ma la mia più profonda passione è sempre stata la scrittura, quindi quando a Softonic mi hanno proposto un lavoro come redattrice di software nella nascente redazione italiana, sono subito partita per Barcellona.
A Softonic sono rimasta più di 7 anni e ho avuto l’occasione di crescere professionalmente, imparando tantissimo: sono diventata caporedattrice di un team italiano che ho scelto con cura e poi, a seguito di una ristrutturazione organizzativa,** mi è stato affidato il team internazionale dedicato agli approfondimenti** che venivano poi tradotti in 10 lingue su tutti i siti Softonic.
È stato allora che abbiamo deciso di adottare la metodologia Scrum nel dipartimento editoriale.
Avanscoperta: Una trasformazione profonda del team editoriale di Softonic attraverso l’uso di Scrum: da chi è partita questa scelta? E perché proprio Scrum?
Sebina Pulvirenti: Il dipartimento tecnico di Softonic usava Scrum con successo già da molti anni. Così, quando è arrivato il momento di organizzare i nuovi team internazionali con un flusso di lavoro rapido e sinergico, è stata una scelta naturale quella di guardare in casa e di fare tesoro dell’esperienza dei project manager e dei bravissimi “scrum masters” che lavoravano gomito a gomito con noi. Non ricordo da chi è partita la scelta, probabilmente da Rabieh Adib, l’allora** direttore del dipartimento editoriale**.
Avanscoperta: Scendiamo del dettaglio: cosa significa nella pratica per un team editoriale applicare Scrum?
Sebina Pulvirenti: Significa essenzialmente** 3 cose**:
- controllare la propria creatività e il proprio individualismo,
2)** conoscere se stessi e i propri limiti**, - imparare continuamente dai propri errori e da quelli degli altri.
La scrittura è un mestiere intimo e solitario, per definizione. Adottando Scrum diventa un** lavoro di team**, collaborativo.
Bisogna rispettare la strategia editoriale, trovare la propria voce nel team e fare i conti con i tempi stretti dello sprint: se l’articolo non è pronto nei tempi previsti, non potrà essere tradotto in tempo e la conseguenza sarà che 10 siti in 10 lingue diverse non potranno pubblicarlo.
Bisogna essere precisi nella definizione del tema e dell’angolo dell’articolo alla riunione di planning e saper calcolare i necessari tempi di investigazione, test e scrittura.
Ci sono articoli che si possono scrivere in poche ore e altri hanno bisogno anche di una settimana: il giornalista con più esperienza conosce la differenza e non si impegna in missioni impossibili che non riuscirà a portare a termine.
Bisogna essere umili e avere il coraggio di affrontare la retrospettiva di chiusura dello sprint, ma il bello di Scrum è che gli errori sono un tesoro: è sbagliando che il giornalista (e tutto il team) può individuare i punti critici e progredire, diventando sempre più forte ed efficiente.
Avanscoperta: Vantaggi vs difficoltà. Quanto è stato utile applicare Scrum nel tuo team? Riesci a riassumerci i risultati della tua esperienza?
Sebina Pulvirenti: Due i vantaggi principali: la trasparenza e la collaborazione.
Grazie a Scrum tutti sanno sempre a cosa sta lavorando il collega e quando verrà consegnato e pubblicato il suo articolo.
In una redazione dove quello che si produce viene tradotto in diverse lingue, magari con delle scadenze specifiche, questo aspetto è importantissimo. E poi Scrum, se implementato bene e se accettato di buon grado dal team, può****trasformare un gruppo di giornalisti individualisti in una squadra molto affiatata.
Difficoltà: non lo consiglierei a redazioni molto giovani e con poca esperienza.
Se non si conosce bene il prodotto editoriale e le proprie capacità di ricerca e scrittura, si rischia di diventare ancora più inefficienti. Inoltre, non sono convinta che Scrum sia adatto ai giornalisti che lavorano al mondo delle news: è meglio adottarlo in una redazione di contenuti evergreen, dove si pubblicano pochi articoli al giorno e dove è possibile pianificare in anticipo il calendario editoriale.
Se inseguite le notizie del giorno, un sistema introspettivo come Scrum forse non è la migliore soluzione.
Avanscoperta: È possibile, secondo te, misurare il ROI dell’applicazione delle metodologie agili nel mondo dell’editoria?
Sebina Pulvirenti: A Softonic ci abbiamo provato. Ma non sono convinta che i risultati siano stati molto attendibili… 🙂
È difficile misurare con precisione il ROI di interazioni umane e cambiamenti nella cultura dell’azienda, anche perché dipende molto dalla situazione di partenza, dalla resistenza degli attori coinvolti, dall’obiettivo dell’azienda e da tantissime altre variabili. Di sicuro, però, posso dire che è stata un’esperienza positiva che ci ha fatto crescere e ci ha insegnato molto.
Avanscoperta: Credi che le metodologie agili oggi possano trovare applicazione in nuovi e più diffusi contesti?
Sebina Pulvirenti: Assolutamente sì. Ricordo che a Better Software 2014 qualcuno ha raccontato la sua esperienza di applicazione di Scrum nel mondo della scuola e durante il Confab 2013 qualcuno ci raccontò di averlo applicato nel mondo del video editing.
I pilastri di Scrum sono Trasparenza, Ispezione e Adattamento e sono tre aspetti capaci di migliorare qualsiasi prodotto e qualsiasi team. Conosco qualcuno che ha provato persino ad applicarlo in famiglia, per la gestione della casa e dei figli! Io non lo farei uscire dall’ambito professionale, ma… il mondo è bello perché è vario! 🙂
Avanscoperta: Quale consiglio daresti a un team che sta pensando di introdurre Scrum?
Sebina Pulvirenti: Non abbiate paura di Scrum e non fatevi ossessionare dal seguire le regole. Prendetelo come un gioco e imparate ad adattare il framework alle vostre necessità piano piano, strada facendo.
Se proprio non funziona, potrete sempre tornare indietro. E poi l’importante non è la meta, ma il viaggio.
Provare Scrum è un viaggio. La meta sarà il miglioramento continuo.
Avanscoperta: Grazie Sebina!
Photo by İrfan Simsar on Unsplash
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